
"BERLUSCONI'S LITTLE LIST"
Lucida analisi di strategie, ambizioni e giochi di potere di Berlusconi ad opera di James Walston, giornalista inglese che scrive per "The Guardian".
Trovate l'originale in inglese QUI.
"Da qualche parte, nei recessi di una delle sue ville, Silvio Berlusconi deve avere una lista dei vari ostacoli che gli impediscono il completo controllo dell'Italia. Nel week-end è stato capace di annotare un altro importante punto per la lista.
Di fronte a una folla adulante, è stato acclamato come leader del suo nuovo partito, il Popolo della Libertà. In realtà il partito esiste dal novembre 2007 e ha vinto le elezioni dell'anno scorso con una sostanziale maggioranza, in entrambe le camere. Ma non era ancora un partito composto da Forza Italia e dal partito post-fascista Alleanza Nazionale fino a quando quest'ultimo non si è ufficialmente dissolto la scorsa settimana. Ora in Italia c'è un unico partito di centro-destra con Berlusconi come suo chiaro e indiscusso leader.
Durante il suo primo mandato, dal 2001 al 2006, Berlusconi ha avuto a che fare con i suoi personali problemi economici e criminali; nel secondo mandato sta rivendicando la possibilità di segnare definitivamente l'epoca come "berlusconiana". Da quando è stato rieletto, ha regalato a se stesso l'immunità dai procedimenti legali ed è sulla buona strada per ridurre i poteri della magistratura; esiste una riforma del parlamento che conferisce poteri giudiziari ad un equivalente politicamente-controllato del Crown Prosecution Service. In Italia le conseguenze sono molto prevedibili. Un'altra legge riduce la possibilità per gli investigatori di usare intercettazioni telefoniche.
Berlusconi sta usando la recessione per agganciare l'indipendente Banca d'Italia e sta tentando di fare il controllo amministrativo sui crediti. Il governatore della banca, Mario Draghi, è tosto e ha dimostrato di poter combattere duramente, dunque Berlusconi stavolta potrebbe non averla vinta.
La recessione gli sta anche dando l'opportunità per minare Presidente della Repubblica, governi regionali e locali. Ha proposto una legge che autorizzerebbe i proprietari italiani di case, per lo meno quelli che vivono in villette e che votano centro-destra, ad aumentare il volume delle loro abitazioni del 20%, con il fine di incrementare spese e investimenti. Non ci sarebbe quasi nessun controllo dalle autorità locali.
Ambientalisti e operatori di agenzie turistiche costose stanno già rabbrividendo ad una tale prospettiva, come del resto le autorità locali (perfino quelle di centro-destra) che vedono in questo un'erosione del loro potere. Berlusconi vuole passare la legge come decreto con effetto immediato, piuttosto che "perdendo tempo" con una normale legge parlamentare che richiederebbe mesi e sarebbe votata in ogni parte da tutte le forze parlamentari. Il decreto, poi, dovrebbe essere firmato dal Presidente della Repubblica e potrebbe condurre ad una impasse.
Berlusconi ha già sfidato il Presidente Napolitano, che ha rifiutato di firmare un decreto legge lo scorso mese. Il decreto, infatti, avrebbe rovesciato il verdetto della corte suprema che autorizzava Beppe Englaro a rimuovere il sistema di supporto di vita artificiale di sua figlia. Berlusconi ha usato l'emotività del caso Englaro per combattere contro i poteri residuali del Presidente della Repubblica e la corte facendo approvare in fretta e furia la legge dal parlamento. La legge che probabilmente passerà, quasi sicuramente, ridurrà quel poco di diritti che gli italiani hanno come volontà da vivi. Naturalmente Berlusconi ha l'appoggio non solo della destra, ma anche di molti cattolici di sinistra, delle autorità ecclesiastiche, se non di tutto il clero. La ricompensa per il sostegno elettorale della Chiesa avverrà in forma di finanziamento per le scuole cattoliche sotto lo slogan "libertà di religione" strombazzato nel discorso di domenica di Berlusconi.
Nonostante tutto questo, domenica, Berlusconi si è lamentato che "il primo ministro non ha poteri". Questa è insolenza infatti, ma l'osservazione ha un significato chiaro e pratico. Berlusconi vuole poter sciogliere le camere (di cui ne è tuttora capo) in modo da poter disporre di un bastone con cui minacciare gli alleati di coalizione, Umberto Bossi e la Lega Nord, altro punto della lista. E il prossimo è di ottenere il 51% alle elezioni europee. E poi la lista continua."