venerdì 17 luglio 2009

teoria dei media/allarme sicurezza in tv





1. CAUSA


















2. EFFETTO


Il pensionato, 84 anni, da giorni era ossessionato dal timore di essere aggredito
Il figlio: "Non apriva alla porta, per sapere se era vivo avevamo chiamato le forze dell'ordine"

Anziano si barrica in casa e spara
Carabiniere muore nel vicentino

L'anziano è ancora asserragliato, sul posto le teste di cuoio dei Gis


Anziano si barrica in casa e spara Carabiniere muore nel vicentino

Il luogo della tragedia
(dal sito youreporter.it)

VICENZA - L'età avanzata, il caldo, l'ossessione e la paura di essere aggredito. Sono tante le ipotesi che cercano di spiegare che cosa possa aver spinto un anziano di 84 anni, Battista Zanellato, a barricarsi in casa sua a Bosco di Nanto, nel vicentino, e a sparare a un carabiniere. Per Valerio Gildoni, 42 anni, arrivato a Vicenza domenica scorsa per prendere servizio come comandante del nucleo investigativo, non c'è stato nulla da fare. La sua pattuglia era accorsa su richiesta del figlio del pensionato, che non apriva la porta di casa. L'epilogo è stato un proiettile sparato da un fucile vecchio di cinquant'anni che ha centrato in testa Gildoni. L'anziano, da alcuni anni vedovo, è ancora asserragliato in casa. Sono giunte sul posto le teste di cuoio dei Gis. 

Zanellato dava segni di squilibrio già da tre giorni, per questo la sua famiglia aveva prenotato una visita dal medico, prevista per oggi alle 17. "Non apriva alla porta - dice Daniele Zanellato, il figlio che era andato a casa del padre assieme al dottore - per sapere se era morto o se era vivo abbiamo chiamato i carabinieri. Quando alla fine ha aperto e si è trovato davanti il carabiniere, gli ha sparato in testa". Il fucile era in casa, un vecchio fucile che l'anziano "aveva lì da una cinquantina d'anni". 

"Ha cominciato a crescergli dentro la paura dei ladri - racconta Zanellato - voleva fare una recinzione attorno alla casa, non si sentiva più sicuro. Tutte queste notizie di anziani aggrediti lo hanno ossessionato". Temeva di essere circondato da delinquenti. "A mia zia di Milano - aggiunge Zanellato - ha detto che era circondato da mafiosi e delinquenti". Qualche giorno fa era andato di persona dai carabinieri, in evidente stato confusionale. Un'escalation di delirio che però veniva celata agli occhi degli estranei: sono molti infatti i conoscenti che lo descrivono come un uomo "sempre sorridente". 

(17 luglio 2009)











3. TEORIA DEI MEDIA (qui, integrale)



Risposta e reazione individuale


Si tratta di due voci (‘risposta’ e ‘reazione’) che possono essere trattate insieme, perché

condividono lo stesso modello comportamentale di fondo:



il MODELLO STIMOLO-RISPOSTA:


singolo msg --> singolo ricevente --> reazione




Questo modello implica sia effetti intenzionali che non intenzionali. Anche se c’è differenza tra:


RISPOSTA = implica interazione con il ricevente, anche un processo di apprendimento.


REAZIONE = non implica scelte o interazione da parte del ricevente.





Limiti


1) Occorre tener conto delle differenze individuali, attributi personali;

2) Da alcune ricerche è risultato che la risposta può variare in base alle categorie sociali in cui il ricevente può essere situato (età, professione, stile di vita…). I membri di una particolare categoria sceglieranno più o meno lo stesso contenuto e vi reagiranno quasi

allo stesso modo.




Media e violenza


Ogni nuovo mezzo lancia ondate di allarme. Ogni allarme sociale (es. aumento criminalità) porta subito ad individuare i media come possibili cause.

Es. quando si attribuisce ad internet i casi si omicidi di massa. Studio (1998) --> l’88% dei bambini di tutto il mondo conosce “Terminator”.


Principale preoccupazione:

- proliferazione dei canali tv

- declino della regolamentazione

--> hanno reso possibile l’accesso per i più piccoli ad una dieta televisiva

caratterizzata da un notevole dose di violenza e pornografia.


Sono state fatte 3 IPOTESi (rimaste identiche nel tempo):

1) i contenuti tv abbondano di violenza;

2) i bambini trascorrono sempre più tempo esposti a contenuti violenti;

3) i dati dimostrano la seguente ipotesi: la visione di contenuti violenti

aumenta la possibilità di comportamenti aggressivi.



Sono stai proposti 3 MODELLI TEORICI per descrivere il processo di

apprendimento e imitazione della violenza televisiva:


A – TEORIA DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE: i bambini apprendono dai modelli dei media quale modello sarà premiato/punito.


B – EFFETTI DI PRIMING: quando le persone guardano contenuti violenti, questi innescano pensieri e valutazioni simili, che portano ad una maggior predisposizione all’uso della violenza.


C – TEORIA DELLO SCRIPT: il comportamento è controllato da “copioni” che indicano come comportarsi in varie situazioni. La violenza tv è codificata in modo tale che porta alla violenza, secondo copioni ispirati alla violenza. In questo modo si ha una “desensibilizzazione”, che diminuisce l’inibizione contro la violenza aumentandone la tolleranza. Bambini che vivono in contesti più violenti o con stati emotivi più problematici più portati.




Reazioni collettive


Panico diffuso

Provocato da voci incontrollate, fuorvianti, incomplete. Si creano le condizioni per una reazione incontrollata delle notizie. I media contribuiscono alle dicerie (espansione terrorismo, rischio nucleare ecc..). Altre condizioni accessorie: ansia, paura, incertezza.


Amplificazione/diffusione di disordini di piazza

I media sono stati spesso additati come causa del comportamento non istituzionalizzato e violento (minaccia per l’ordine). Possono creare una cultura della sovversione. Possono contribuire alla forma e all’intensità.


Involontario sostegno ai terroristi

Involontariamente i media possono fare il gioco dei terroristi, che cercano di richiamare l’attenzione generale sulle loro azioni ed ideologie.






1 commento:

  1. In estrema sintesi si può, con certezza, sostenere che gli episodi di cronaca nera accaduti negli ultimi giorni sono strettamente connessi alla totale latitanza della famiglia.

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